Ironia (o fortuna) della sorte Aura è il primo team a giocarsi il futuro della startup, la sera della finale. Rompe il ghiaccio, senza sapere che poche ore dopo raggiungerà un altro primato, il posto più ambito sul podio.

Il presentatore ripete per ogni team la stessa frase, che è di buon auspicio: stasera vi giocherete il vostro futuro, usateli bene i 5 minuti a vostra disposizione. E quella parola futuro, che ricorre durante la serata, fa parte integrante dei progetti innovativi di tutti e permea anche le parole di Roberto che di Aura è il portavoce.

Mentre il pubblico scopre quale sia veramente l’idea alla base, le immagini che accompagnano il discorso sembrano venire sul serio dal futuro. Le parole dello startupper si intrecciano con le immagini dello spazio visto dalla prospettiva di un cosmonauta, con quei puntini luminosi che sono le stelle. E poi quella rete di luci che a tratti sembra ricordare le costellazioni, subito dopo richiama alla mente le reti neurali, una di quelle fitte costellazioni meravigliose e misteriose che sta volta risiedono dentro e non più fuori di noi.

Forse un caso, forse una semplice scelta stilistica ed estetica, ma sta di fatto che Aura sposa in un’unica soluzione due discipline che hanno molto a che vedere con i due mondi fuori e dentro di noi. Perché Aura è al crocevia fra neuroscienze e tecnologia.

La stimolazione del nervo vago

Roberto che è sul palco racconta di un dispositivo piccolo, minuscolo, che occupa il palmo di una mano e in quello spazio così ristretto racchiude potenzialità invece sterminate. Soprattutto in un periodo come questo, più recente, all’indomani di una pandemia che sembra averlo stravolto il futuro, insieme ai progetti di una vita, alle certezze costruite nel tempo e ai programmi che sembravano essere ormai definitivi.
Aura parla al pubblico di quelle sensazioni comuni, di stordimento e spaesamento, che spesso proviamo in momenti di forte stress. E propone una soluzione, basata sulla stimolazione auricolare del nervo vago.

Ci sono studi scientifici a dimostrarlo: la stimolazione del nervo vago è in grado di influenzare positivamente il nostro organismo. Il nervo, che è uno dei principali del nostro corpo e origina dal cervello, attraversa organi importanti come cuore, polmoni, stomaco e intestino. E se stimolato porta a benefici rilevanti: rilassa i muscoli, favorisce una corretta digestione, riduce la frequenza cardiaca. Ma soprattutto attenua problemi comuni dettati dallo stress talvolta, dalle vite frenetiche, piene di impegni e incombenze.

Cuffie e benessere

Combatte quindi lo stress e l’emicrania e nel modo più semplice che possa esistere, in base alla soluzione proposta dalla startup, cioè ascoltando la musica con le cuffie alle orecchie. Si tratta naturalmente di cuffie speciali, dotate di placche di soli tre millimetri che emanano impulsi elettrici impercettibili. Queste cuffie comunicano con il dispositivo Aura. Il trattamento è specifico, tagliato su misura in base ai parametri fisiologici rilevati dallo smartband di chi lo utilizza. E l’uso è semplice, comodo e intuitivo grazie all’apposita app da cui è possibile scegliere il programma in linea con le esigenze del momento.

I benefici della stimolazione auricolare

I benefici poi sono molteplici e le applicazioni altrettante. Perché chi usa Aura può averne bisogno per placare forti mal di testa o per ottimizzare le prestazioni prima di un discorso al pubblico o una competizione sportiva, abbattendo i livelli di stress. Ciò che il dispositivo garantisce infatti sono sensazioni di sollievo e rilassamento durante l’ascolto della propria musica preferita.

Dal letto del paziente alla vita di tutti i giorni

Roberto infine racconta di un salto, quello che va dal letto del paziente all’uso comune di una tecnologia nata in ambito clinico. La stimolazione auricolare del nervo vago affonda radici nel settore medico, prima di tutto. E il passo in più che la startup fa è quello di traslare le potenzialità della tecnologia nella vita di tutti i giorni. Per riappropriarsi della quotidianità ma come dice lo speaker a fine discorso soprattutto per vivere il presente senza aver paura di immaginare il futuro.