Il Rettore che sale sul palco alla fine della serata, prima delle premiazioni, dice di non credere nella fortuna. Il merito non arriva per caso. È invece un percorso di studio, conoscenza e fatica. È l’unica condizione che garantisce di salire sul giusto treno, nella carrozza migliore, nel momento più propizio.
Non è quindi una questione di fortuna se i ragazzi del CLab siano ora nel posto giusto. È per loro merito. Ma certo questo non sarebbe stato possibile senza il lavoro dell’Ateneo d’altra parte. Perché l’Università come istituzione pubblica ha una grossa responsabilità. Crea le condizioni ideali, fornisce opportunità, porta a maturazione il sapere in modo che sia di qualche utilità. E questo accadere fuori, nel territorio circostante, con l’applicazione e il trasferimento di quello che l’Università fa nella società.
Sostenibilità, benessere e salute
Claint racchiude molti dei valori che il Rettore cita nel suo discorso. Da una parte il merito di un gruppo coeso, quello del team, in grado di reggersi sulle proprie gambe, con passione. E poi dall’altra l’Università che regala a chi sa trovarsi nel luogo e momento giusto le opportunità migliori. Le stesse che Claint ha colto per mettere in piedi un’idea imprenditoriale all’avanguardia, ispirata alla tutela dell’ambiente, della salute e non da ultimo del benessere abitativo. E questo grazie agli studi condotti dall’Università di Cagliari e soprattutto grazie a un brevetto attorno a cui ruota l’idea di Claint.
Sono temi all’ordine del giorno: la sostenibilità, il benessere, la salute. Comunemente si pensa che l’inquinamento arrivi solo dall’esterno, ad esempio dal traffico dei veicoli o dalle emissioni di CO2 da parte delle industrie. E sebbene questo tipo di inquinamento esista, sia attestato e abbia grosse conseguenze nella vita di tutti, non è l’unica forma.
Un’altra prospettiva
Claint aguzza lo sguardo da un’altra prospettiva. L’inquinamento infatti non è una problematica esclusiva degli ambienti esterni. E al contrario riguarda anche le case in cui trascorriamo parte delle nostre giornate. Ma inoltre gli edifici in cui lavoriamo, le scuole, le università. Quindi tutti gli ambienti interni. E il tempo che passiamo in queste strutture è quello in cui rischiamo di respirare sostante potenzialmente dannose per la salute.
La soluzione brevettata dall’Università e che Claint utilizza è una vernice molto particolare, diversa dalle altre perché al suo interno c’è un composto che applicato alla superficie cattura la luce, sia naturale che artificiale. E poi innesca un processo simile alla fotosintesi. Il processo in gergo tecnico è chiamato fotocatalisi e appunto trasforma le sostanze inquinanti presenti nell’aria in sostante innocue per la salute.
La vernice di Claint ad esempio previene la proliferazione delle muffe, riduce la carica batterica e virale totale, elimina gli odori sgradevoli e dota la superficie di proprietà autopulenti.
Il treno giusto al momento giusto
A dire che quello di Claint sia il treno giusto sono i tempi attuali, soprattutto. La sensibilità per l’ambiente, la cura di sé, l’attenzione alla salute individuale e collettiva sono tematiche all’ordine del giorno. Se ne parla nei dibattiti pubblici, nelle scuole, in politica, in piazza. Ma poi sono le aziende, le imprese e le startup a catturare questa esigenza emergente che è frutto di nuovi bisogni e una forte consapevolezza di quello che accade e già è successo in riferimento ai cambiamenti climatici in particolar modo. Claint in fondo si compone di tanti aspetti, l’innovazione, la ricerca universitaria e infine i valori che le aziende oggi sposano e con cui si ripropongono di apportare cambiamento e miglioramento nel territorio e nella società.