Le aspettative degli altri sono una prospettiva. Esercitano la stessa pressione di un codice di comportamento. Invitano a seguire le regole del giusto modo di stare al mondo. Sono il punto di vista di chi le ha decise, tuttavia, di chi ha sancito che quelle fra tutte fossero le migliori, idonee e adeguate a quel contesto.
Le persone che ci giudicano lo fanno all’interno di una bolla, dove i concetti di giusto e sbagliato, lecito e illecito assumono un significato in base alla connotazione che loro hanno voluto attribuire a quelle parole, ai quei fatti.
Stare alle regole e non tradire le aspettative – quelle degli altri. Restare all’interno di un paradigma consolidato. Lavorare all’interno di una bolla, dove tutto è già stabilito.
Chi abita l’ordinario non ciondola, non rincorre chimere. Non perde tempo. Anche perché il tempo non c’è. Per questo i creativi, i pensatori sarebbero dei perditempo nell’ottica di uno stacanovista. Pigri e indifferenti, immobili e incapaci di andare oltre la propria inerzia.
Ma le aspettative di chi esprime un giudizio sono solo una prospettiva.
Un pensatore alla ricerca dell’idea giusta conosce la realtà da cui provengono quelle critiche. Riesce a distanziarsene tanto da intravedere i confini da valicare.
Non è moto apparente, inerzia e immobilità il movimento dei creativi. È rottura, è adesione a nuovi codici comunicativi. È la prospettiva di chi prevede il nuovo con lo sguardo, con la riflessione e il pensiero. E dopo ha il coraggio di saltare oltre il noto, la bolla che inquadra le aspettative del lavoratore infaticabile, di chi non ha mai tempo, neppure per se stesso.
Oltre quei confini quel tempo c’è, esiste. Un concetto fluido che al creativo occorre, ma non per scandire termini di scadenze burocratiche.
Il tempo è il linguaggio che sovverte le aspettative altrui. È un modo per prendersi cura di sé, per mettere a frutto le idee che si hanno a cuore. È la libertà di creare nuove regole, tracciare strade diverse da quelle precostituite. È apertura, espressione, creatività.
Non è inerzia, è movimento incessante, ma da una prospettiva diversa.