Un clacson. Le frenate di un’auto. Il traffico cittadino. Lo squillare senza sosta del telefono. Le urla di un bambino. Suoni che disturbano, innervosiscono, alterano l’attenzione. I rumori della quotidianità a cui sono appese le sorti di quel giorno, del rendimento a scuola, in ufficio, in palestra. Determinano l’umore, lo influenzano. Incidono sulla reale percezione degli eventi. Così anche una giornata di sole diventa d’improvviso cupa, fredda, triste.

Aumentano le palpitazioni. Il respiro è veloce. La testa è attraversata da fitte intense. Il fisico reagisce allo stress. Mostra sul corpo i segni di un disagio più profondo, quello emotivo. A causa di una vita troppo frenetica che non lascia spazio alle pause, al tempo per se stessi, al silenzio, ai ritmi lenti e pacati di una giornata di stacco, quando si è in vacanza.

Cambia l’umore. Le scadenze si avvicinano. Il lavoro sembra insormontabile. Lo stress non cessa e cresce l’agitazione per le incombenze che si accumulano. Una risposta sgarbata, l’ennesimo no a una serata in compagnia, il solito pasto frugale consumato voracemente perché non c’è tempo e il lavoro incalza. Quel disagio invisibile che si manifesta con le parole, con le azioni.

Daniela lo racconta. Lo stress subito quotidianamente, costantemente si accumula. Ma a lungo andare causa cedimento. Sfinisce la persona vessata. È all’origine di un malessere preoccupante dietro cui talvolta si celano i primi sintomi della depressione.

Curare il male è la pratica più diffusa. Forse la più immediata. Daniela storce il naso tuttavia. E se invece fosse necessario invertire la rotta? Se si facesse un tentativo nella direzione opposta? Meglio prevenire che curare dice un antico detto. Threas avanza una proposta audace. Intraprende la strada della cura. Ma non della malattia. La cura a cui si riferisce Daniela è quella che dedichiamo a noi stessi. È l’attenzione. Il piacere di fare le cose. Piccoli ritagli di tempo che sembrano infiniti, si dilatano. Belle giornate di sole che appaiono così come sono.

Non esiste una formula segreta per la felicità. Ma i ragazzi di Threas sono convinti che esista un modo per favorirla. Il team ha provveduto alla messa a punto di un prototipo negli ultimi mesi. Si tratta di una caramella, un integratore a base di Withania somnifera, una pianta coltivata perfino in Ogliastra. Le sue proprietà rilassanti sono note fin dall’antichità. Oggi sappiamo che la sua azione inibisce gli ormoni dello stress e al contrario favorisce il rilascio della dopamina, della serotonina e non solo.

Non una cura dunque. Ma una misura preventiva. E tutto sommato un invito a dedicare tempo e attenzione alla salute, al bene complessivo fisico e mentale, sempre, in qualsiasi luogo. È importante, ne va della nostra felicità.